mercoledì 17 dicembre 2014

Sfide

La carta è più tagliente di un coltello affilato. Appare innocua,  candida ed innocente invece i segni che porta incisi non lo sono affatto. I suoi bordi sottili entrano facilmente nella carne e le parole che vi si scrivono sopra possono distruggere imperi.
Sono ore che sono piegata su questa scrivania cercando indizi che si divertono a sfuggirmi. Ogni libro che apro è una sfida alla mia pazienza e alla sete di sapere. Forse una sfida nella quale uscirò sconfitta ma non prima di aver lottato.
La distrazione però è dietro l'angolo, non riuscirò a reggere ancora per molto, il font utilizzato questi volumi mi costringe a strizzare le palpebre, ricopiare tutto sull' Holodeck è un ulteriore supplizio. E la mente pensa ad altro. Non so se il freddo che sento sia dovuto alla postura che ho assunto per troppo tempo o alla paura che serpeggiando si è lentamente impossessata di me. ...Un bicchiere di Whiskey non mi farà certo male...nemmeno il secondo credo...

Vedo il mio volto riflesso nello specchio immenso del bagno del Silver Fox. Solo il volto. Il mio corpo è avvolto da qualcosa di vivo, un abbraccio lascivo, fiato caldo. Non ho gli abiti e non so dove siano. Potrebbe entrare qualcuno ma non riesco a muovermi. Per fortuna sento la voce di Andres che mi rassicura: "Se userai i miei occhi sarà tutto più semplice". Ci provo, strizzo le palpebre e le riapro. Lo Specchio è sparito, di fronte a me Elian e Daphne si baciano. Daphne? L'unica cosa che riesco a pensare è cosa centri Daphne in tutto questo. Vederla assieme a Lee mi pare ancora più strano del luogo dove mi trovo. Una fabbrica vuota, desolata . Vetri rotti ovunque, macchinari abbandonati. Sono improvvisamente sola. Sento la voce di Sebastian che mi chiama, sta implorando il mio aiuto ma non lo vedo. Mi metto a correre seguendo il perimetro dell'enorme costruzione. Non ci sono porte per uscire e le finestre sono troppo alte quindi non posso nemmeno guardare fuori e orientarmi. Non ho più il Cortex con me ma almeno gli abiti sono riapparsi. "Gray....GRAY". e' inutile la voce esce sottile come un sibilo. Non riuscirò mai a fargli capire che ci sono. Non potrò mai salvarlo né farmi salvare. 
Sento dei passi dietro di me, mi volto di scatto e mi ritrovo di fronte la figuretta di Zoey che fa sfoggio di un sorriso ammonitivo. " Li hai uccisi" . Mi dice solo questo, cerco di raggiungerla di chiederle come fare ad uscire di lì ma non riesco ad avvicinarmi, ci deve essere una forza invisibile che mi separa da lei. Che mi separa dal resto dell'umanità. sento suonare le campane ed è il rintocco di un Requiem. ...

Le campane suonano...vibrano...vibrano. Il Cortex vibra ed il bicchiere accanto alla mia testa si muove lievemente al ritmo della vibrazione.  Apro gli occhi e vedo il mondo sottosopra. La libreria sospesa a mezz'aria. Lentamente mi raddrizzo, mi sollevo dal libro sopra il quale mi ero addormentata e tutto riprende la giusta dimensione. Ho i polpastrelli sporchi di sangue. Devo essermi tagliata sfiorando la pagina sottile che stavo leggendo.




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